I paradisi fiscali aprono nuove opportunità per i banchieri

I paradisi fiscali aprono nuove opportunità per i banchieri

Le regolamentazioni sul flusso di denaro nel mondo sono state rafforzate e questo ha causato che la maggior parte dei governi, anche quelli che si vantavano del loro segreto bancario, come la Svizzera, affrontano forti pressioni affinché cambino la loro politica e consentano un maggiore scambio di informazioni.
Questo cambiamento di prospettiva potrebbe beneficiare il settore bancario, dicono alcuni esperti. Aumentando il numero di fondi legittimi, le istituzioni finanziarie saranno in grado di vendere più prodotti per la gestione delle risorse e potranno anche entrare in mercati che, fino ad ora, erano stati fuori dei loro confini.
Per decenni, i governi hanno tollerato l'esistenza dei paradisi fiscali, quei luoghi dove le persone più ricche collocavano i loro redditi, per eludere le tasse nel loro paese. Ad esempio, la Svizzera ha sviluppato una reputazione come un luogo molto sicuro, dove le persone con maggiori risorse potevano contare sul segreto bancario.
Tutto questo cominciò a cambiare dal 2008, soprattutto dopo che la crisi economica obbligò i governi a raccogliere una maggiore quantità di denaro attraverso la riscossione delle imposte. Le banche svizzere sono state al centro della tempesta. Uno dei casi paradigmatici della "nuova persecuzione" l’ha sofferto l'UBS. Le autorità degli Stati Uniti hanno accusato questa istituzione di nascondere denaro del Servizio di Entrate Interne (IRS). L’UBS ha dovuto raggiungere un accordo con il Dipartimento di Giustizia, consegnando informazioni riservate su più di 4450 conti dei propri clienti e pagando una multa molto alta di 780 milioni di dollari, in cambio della cessazione del processo d’accusa. Anche altre banche svizzere, come Credit Suisse e Julius Baer, sono state indagate.
La "persecuzione" ai paradisi fiscali viene anche dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD, il suo acronimo in inglese). Questa istituzione ha cercato di frenare la crescita dei centri finanziari off-shore che non rispettano determinati requisiti, come ad esempio la condivisione dei dati fiscali con altre nazioni. Nel 2009, l'OECD ha stilato un elenco dei 20 paesi che non soddisfano questi requisiti. Per uscire dalla lista, molte nazioni, come Andorra, Costa Rica, le Isole Vergini Britanniche, Liechtenstein e Monaco, hanno accettato di rispettare gli standard internazionali.
Come conseguenza del rafforzamento dei controlli finanziari, sempre più gli imprenditori scelgono paradisi fiscali "amichevoli" che offrono un segreto bancario ampio; anche se hanno anche ricevuto fortissime pressioni per condividere le informazioni sui conti bancari dei loro clienti.
Nonostante le critiche, le mutevoli dinamiche possono creare opportunità, perché secondo alcuni analisti, un più consolidato settore bancario privato avrà maggiori risorse per attirare un numero sempre crescente di clienti molto ricchi, provenienti dalle economie emergenti. Le banche svizzere hanno già ampliato i loro affari in America Latina e Asia; nel frattempo, le banche austriache si sono concentrate sull'Europa Orientale e Russia. Tuttavia, mantenere questi nuovi clienti non sarà facile.


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